
Operazione di asportazione del tartaro sopra e sottogengivale che può essere effettuata con strumenti a mano o con apparecchi rotanti o vibranti ad ultrasuoni.
In medicina devitalizzare significa rendere inattiva la funzione di un organo. In odontoiatria il termine fa riferimento all'intervento di asportazione chirurgica, effettuato dal dentista, dell'organo della sensibilità del dente, la polpa dentale, nel caso in cui sia affetta da un processo infiammatorio irreversibile (pulpite).
La pulpite, è responsabile di un mal di denti a carattere nevralgico, anche spontaneo, particolarmente acuto, che si esacerba sotto stimolo meccanico (pressione masticatoria), fisico (caldo, freddo) o chimico (dolce). Un dolore caratteristico che presenta picchi d'intensità elevata commisti a fasi di remissione. Di frequente il mal di denti da pulpite è resistente ai comuni analgesici e può essere arrestato definitivamente solo dall'intervento d'urgenza del dentista. Sotto anestesia egli deve devitalizzare il dente, raschiando via dall'interno del canale radicolare in cui alloggia la polpa infiammata.
Intervento odontoiatrico di asportazione della polpa dentaria infiammata (si effettua in caso di pulpite). Viene effettuato in anestesia locale. La polpa dentale viene raschiata via con particolari strumenti a mano o montati su trapano, dopodiché il canale radicolare viene disinfettato e riempito con particolari sostanze (cementi, guttaperca).
Diastema è un termine che in medicina sta ad indicare uno spazio anormale, una fessura, una separazione in un organo o in una parte di esso.
In odontoiatria la parola diastema è spesso usata per indicare uno spazio che separa due denti.
Barriera di caoutchouc applicata in modo da impedire qualsiasi interferenza dell'ambiente orale sul dente o sui denti da trattare; barriera applicata per l'isolamento del campo di lavoro dalla saliva.
Azione di sfregamento dei denti. La continua attività del digrignare (bruxare) può portare ad abrasione delle superfici dentali, a sovraffaticamento della muscolatura masticatoria e a problemi alle articolazioni temporo-mandibolari.
Termine spesso usato per descrivere anormali forze funzionali e contatti impropri tra i denti superiori e inferiori.
Dispositivo ortopedico fisso ad azione meccanica, usato per allargare trasversalmente il mascellare superiore. Nei soggetti in crescita separa le due parti che compongono il mascellare superiore a livello della sutura medio-palatina, che fino all'età di 16/17 anni non è ancora ossificata.
Agente chimico applicato su superfici inanimate per distruggere i germi.
Fenomenologia infiammatoria provocata dall'eruzione anormale di un dente (esodontiasi è chiamato il processo di eruzione dentale) che spesso comporta complicazioni di ordine locale o generale. Frequente a carico dell'ottavo, conosciuto anche come terzo molare o dente del giudizio.