
Diastema è un termine che in medicina sta ad indicare uno spazio anormale, una fessura, una separazione in un organo o in una parte di esso.
In odontoiatria la parola diastema è spesso usata per indicare uno spazio che separa due denti.
Barriera di caoutchouc applicata in modo da impedire qualsiasi interferenza dell'ambiente orale sul dente o sui denti da trattare; barriera applicata per l'isolamento del campo di lavoro dalla saliva.
Azione di sfregamento dei denti. La continua attività del digrignare (bruxare) può portare ad abrasione delle superfici dentali, a sovraffaticamento della muscolatura masticatoria e a problemi alle articolazioni temporo-mandibolari.
Termine spesso usato per descrivere anormali forze funzionali e contatti impropri tra i denti superiori e inferiori.
Dispositivo ortopedico fisso ad azione meccanica, usato per allargare trasversalmente il mascellare superiore. Nei soggetti in crescita separa le due parti che compongono il mascellare superiore a livello della sutura medio-palatina, che fino all'età di 16/17 anni non è ancora ossificata.
Agente chimico applicato su superfici inanimate per distruggere i germi.
Fenomenologia infiammatoria provocata dall'eruzione anormale di un dente (esodontiasi è chiamato il processo di eruzione dentale) che spesso comporta complicazioni di ordine locale o generale. Frequente a carico dell'ottavo, conosciuto anche come terzo molare o dente del giudizio.
La superficie del dente più distante dalla linea mediana delle arcate dentarie.
Procedura usata per risolvere una pulpite e/o per salvare un dente da un ascesso o per guarire un ascesso o un granuloma, nella quale la polpa o i residui pulpari vengono raschiati via dalla camera della polpa e dal canale radicolare. Il canale radicolare poi viene disinfettato e riempito permanentemente con particolari sostanze.
Cavità che percorre l'interno della radice del dente in cui è contenuta la polpa dentale.